IPOTESI DI
PIANO
COMUNALE di
Protezione Civile
I
rischi naturali accompagnano da sempre la vita dell’uomo. Ad essi se ne sono
via via aggiunti altri, sempre più numerosi e pericolosi, connessi alle attività
lavorative, alla mancata conservazione del territorio, alla concentrazione
abitativa, e così via.
Difendersi
da quello che può nuocere alla vita umana ed al sistema sociale é cosa quanto
mai istintiva e fondamentale, ma la consapevolezza di questo è alquanto latente
nella maggior parte degli individui, salvo darle l'importanza che merita solo
dopo che in qualche parte del mondo, in particolare se molto vicino, è avvenuto
qualcosa che ha provocato numerose vittime, se ne conoscono cifre e se ne
vedono le immagini attraverso i mezzi di comunicazione.
Purtroppo
col passare del tempo il fatto accaduto ed i pericoli che ci minacciano vengono
dimenticati, la società rimane indifesa a farsi sorprendere dalla prossima
fatalità, che colpirà duramente chi si dovesse trovare impreparato.
A
differenza di quello che si può pensare della Protezione Civile riguardo alle
azioni possibili atte a contrastare un’emergenza, la rapidità e l’efficienza
dell’intervento di soccorso, seppure basilari, non sono però il primo obbiettivo
da raggiungere. Secondo il parere dello scrivente, quello che invece è veramente
importante è il riuscire a mettere in atto un’opera di prevenzione, sola concreta
arma in grado di combattere efficacemente i pericoli a cui siamo esposti.
Essa non è chiaramente in grado di evitare che gli eventi si verifichino,
ma ne determina una sensibilmente riduzione degli effetti, anche se potenzialmente
disastrosi.
Si
deve ammettere, prendendo per esempio un movimento tellurico, che, a parità
di magnitudo, la prevenzione efficace (nei sistemi di costruzione,
nella loro corretta dislocazione, e così via) da sola farà in modo che gli
effetti finali siano diversi: crollerà una percentuale più bassa di edifici,
dando perciò a chi vi abita una maggiore probabilità di salvezza, i soccorsi
saranno più efficaci avendo minor numero di interventi, e così via.
La
“Protezione Civile” efficace deve quindi necessariamente tendere a:
|
1
> Conoscere la natura dei pericoli; |
2
> Rilevare luoghi e fonti di situazioni di rischio; |
3
> Minimizzare le possibilità che il rischio diventi disastro; |
4 > Preparare la popolazione; |
5
> Reagire nel modo più appropriato quando occorre. |
I
compiti di prevenzione sono demandati agli Enti Pubblici, che li attuano attraverso
Leggi e Regolamenti che dobbiamo osservare, e per mezzo dell’attività di controllo
operata dalle Strutture e dal Personale Specializzato.
La
presente ipotesi di "Piano Comunale di Protezione Civile", nei riguardi
dei punti 2° e 5º , ipotizza uno schema operativo, organizzativo e di coordinamento
in ambito Comunale, circa l'opera di soccorso a favore della popolazione quando
è colpita, od anche solo minacciata, da calamità naturali, catastrofi, incidenti
industriali, ed altri, che per gravità od estensione devono essere fronteggiati
con mezzi straordinari.
Non
sono qui contemplate le ipotesi di intervento che sono affrontate solitamente
con l'intervento dei Servizi Tecnici (Vigili del Fuoco), Sanitari o di Polizia
presenti sul territorio ed ai quali si fa normalmente ricorso, perchè sono
situazioni che non rivestono carattere di "Protezione Civile", anche
se la sensibilità e la preparazione delle persone coinvolte, anche in questi
casi sono di aiuto .
Per
quanto riguarda l'opera di prevenzione, questo Piano cercherà di organizzare
una corretta conoscenza del territorio, promuovendo la concentrazione delle
notizie sull'esistente e sulle risorse disponibili, ed accorciando pertanto
i tempi di reazione della complessa macchina dei soccorsi, anche se parte
di Essa giungerà sul posto da lontano.
E’
bene considerare che ogni Piano Operativo di Protezione Civile ha una sua
caratteristica costruttiva particolare: quella di voler fissare una linea
di comportamento logica, in situazioni che invece tenderanno a rendere l’azione
umana caotica, incontrollata ed irrazionale.
Nei
casi di intervento, la tendenza di qualcuno di voler a tutti i costi seguire
alla lettera uno schema prefissato, può rivelarsi deleteria tanto quanto la
più sciagurata impreparazione. E’ bene che durante le azioni di soccorso si
guardino le previsioni contenute nel Piano solo come a delle impostazioni
preliminari ed a una fonte di utili suggerimenti, badando bene a dare la giusta
importanza alla versatilità, vera dote di una struttura di salvataggio, che
si deve sempre adattare alla situazione,
momento per momento.

Altra
cosa fondamentale, da non dimenticare, é l’esperienza che si accumulerà nelle
azioni, sia di preparazione che di soccorso. Questa deve arricchire o correggere
quello che non si dimostrerà adeguato alla necessità, in modo che in futuro
siano evitate inesattezze, mancanze o sviste che si dovessero manifestare.
Ogni suggerimento in questo senso deve avere la rilevanza che merita, andando
a perfezionare il Piano.
Vi
sono vedute difformi per quanto riguarda l'utilità e l'opportunità che le
Organizzazioni di Protezione Civile effettuino prove pratiche sul territorio.
A favore della tesi che reputa opportune ed utili le "Simulazioni",
Io considero che sia preferibile avere a disposizione un gruppo di lavoro
che ha già avuto modo di operare insieme, si conosce almeno parzialmente ed
ha già una anche modesta dimestichezza col territorio, ad uno fatto di persone
estranee che non si sono mai viste prima.
Il
Piano viene diviso per semplicità in 7 Sezioni:
|
I
|
Indici |
II
|
Dati generali del Comune |
III
|
Rischi,
Risorse, Organigrammi e Modelli di rilevazione |
IV
|
Procedure
d'intervento |
V
|
Descrizione
dei compiti |
VI
|
Avvisi
ed Ordinanze |
VII
|
Raccolta
di Leggi e Normative |
Le
Sezioni sono dei contenitori dove raggruppare tutto quello che serve. Aggiungere,
modificare, sostituire, aggiornare, sono accorgimenti da applicare tutte le
volte che lo si riterrà conveniente e migliorativo.
Le
pagine sono numerate progressivamente Sezione per Sezione, contraddistinte
sia in alto che in basso dal numero romano di Sezione, in alto accompagnato
dal Titolo della Sezione, in basso dal numero progressivo di pagina.
In
corso dell'aggiornamento dei dati, si potranno inserire nuove pagine oppure
eliminarne alcune rese inutili nel corso del tempo.
Per
evitare un nuova numerazione nei casi di inserimento, il numero della nuova
pagina sarà quello della pagina che precede, seguito da un progressivo frazionale,
(esempio: III-32/1, III-32/2, etc.), mentre in caso di eliminazione si provvederà
semplicemente a sbarrare e conservare la pagina non più valida indicandone
il motivo, la data e la firma del responsabile, per evidenziare l'operazione
ed evitare una inutile ricerca successiva di pagine "perse".
Per
la gestione dinamica del Piano, durante la stampa, si consiglia di usare le
sole facciate destre per poter scrivere su quelle sinistre le annotazioni,
i promemoria, i riferimenti, le avvertenze ed ogni altra cosa utile.
Tutta
questa Ipotesi di Piano di Protezione Civile potrà essere modificata o completata
dal contenuto di altri Piani (ci sono innumerevoli pubblicazioni al riguardo),
oppure, se qualcosa di questa Ipotesi sembrerà interessante, potrà servire
ad integrarne altre. Non è importante questo o quello purché il Piano adottato
sia utile quando serve.
N.d.A.-
Chiedo scusa se qualcuno non troverà in questo lavoro tutto ciò che si aspetta:
purtroppo l'argomento è molto complesso, l'esperienza dello scrivente è limitata
ed il tempo per approfondire la materia non è molto. Chi lavora nel campo
è chiaramente avvantaggiato, e potrebbe concludere che questo lavoro contiene
errori grossolani. Accetto tutte le critiche se costruttive e se fatte presenti
attraverso l'indirizzo di posta elettronica
dell'Associazione, dopo di che provvederò alle dovute correzioni. Grazie comunque
a tutti.
"LA PROTEZIONE CIVILE OGGI" di
E.Pastorelli
Le immagini sono tratte dalle riviste:
"LA PROTEZIONE CIVILE ITALIANA"